L'origine di Isola del Liri è strettamente legata ai due municipi romani vicini di Arpinum e Sora.
Entrambe le città erano abitate anticamente dai volsci, popolazione indo-europea osco-umbra. Sora diventò poi colonia romana con l’arrivo di diverse migliaia di coloni romani e/o latini, mentre Arpino non fu colonizzata. Le conquiste degli antichi romani, estendosi poi più a sud nel Sannio, stabilizzarono la loro presenza per diversi secoli lungo il Liri e nel resto del Latium adiectum. La città nel Medioevo cadde sotto il dominio bizantino e longobardo, finché divenne parte della contea di Sora nel Principato di Capua. Isola del Liri fu il feudo della famiglia dell’Isola del XII secolo al XIV secolo.
Attraversata e circondata dal fiume Liri la città divenne Isola di Sora e, dal 22 maggio 1869, Isola del Liri. Dall’800 è stata a lungo un importante polo dell’industria cartaria.
Oggi Isola è impegnata in un’operazione di recupero del suo passato.
Di recente è stata riportata alla luce l’antica cartiera Béranger-Coste, poi Lefebvre, che diverrà sede del “Museo della Civiltà della Carta e delle Telecomunicazioni”, in cui si potrà rivivere la centenaria tradizione cartaria di Isola del Liri. Molto attrattiva, è la suggestiva cascata “Grande”: in pieno centro abitato compie un salto di circa 30 m., costituendo così un caso unico in Italia. Sulla sommità del luogo si staglia il medioevale Castello Boncompagni-Viscogliosi, monumento nazionale (sec. XIV-XVIII).
Più volte rimaneggiato, conserva all’interno, nella Sala degli Stucchi, 18 altorilievi raffiguranti i domini della famiglia Boncompagni così come erano agli inizi del XVII secolo. Tra le Chiese segnaliamo quella di S. Lorenzo Martire, sec. XVII, che custodisce un pala d’altare (sec. XVI), affreschi e statue lignee di epoche diverse e un grande organo; la Chiesa di S. Maria delle Forme in stile gotico, in fase di ristrutturazione; di S. Antonio che conserva un SS. Crocifisso tanto caro agli isolani; di S. Maria dei Fiori con le campane in bronzo (1930-40) della fonderia locale “Antonio Loffredo”.
Interessanti i resti di una torre di avvistamento sul colle di San Sebastiano, e dell’altra c.d. “di Cicerone” in loc. Carnello, nel cui circondario, dove il Fibreno si immette nel Liri, era la villa paterna del grande oratore.
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La Cascata Grande è formata dal braccio di sinistra del fiume Liri, è alta circa 27 metri: una delle poche cascate a trovarsi nel centro storico di una città, unica in Italia e in ambito europeo.
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